Ancora non ci siamo. Come riferisce, questa mattina, ‘Il Corriere dello Sport‘, questa Roma deve ancora lavorare molto. Luis Enrique è stato beffato anche da chi lo ha preceduto, perchè Vincenzo Montella col suo Catania sta volando (ora ha tre punti più dei giallorossi, dopo la vittoria sul Napoli). Ma l’asturiano continua a ribadire che lui la classifica non la guarda. La sua analisi è lucida e severa allo stesso tempo: «C’è tanta, troppa differenza tra noi e il Milan – ammette – Si è notato soprattutto nel primo tempo. Siamo andati meglio dopo l’intervallo, ma non ho mai visto la possibilità di vincere questa partita. Non pensavo che fossimo così lontani. Abbiamo fatto tanti tiri in porta, più di loro, ma non c’è stata la reattività che serve contro certi avversari. Se non sei pronto e veloce a capire cosa succede, se non sei sufficientemente cattivo, prendi gol. E così è stato». Le differenze tra le due squadre balzano subito all’occhio: «C’è una differenza bestiale tra il gol di Burdisso e quello di Nesta. Burdisso ha Zambrotta che gli morde il collo, Nesta arriva da casa sua e segna come in una partita amichevole. Nella nostra area dobbiamo essere più attenti. Eppure ne avevamo parlato. In Italia sono i piccoli dettagli che decidono le partite. Dobbiamo migliorare tutti, io per primo» . Si assume tutte le responsabilità: «Io sono il massimo responsabile. Oggi e per sempre, è colpa mia. Chissà, magari ho sbagliato formazione. Mancano tantissime cose, in tutte le fasi del gioco. Difensiva e offensiva. Il possesso palla serve ad essere pericolosi ma non riusciamo a farlo. Non siamo ancora una grande squadra. Anzi, non siamo una squadra. Così non è possibile vincere con nessuno, tantomeno con i campioni d’Italia» .