GAZZETTA DELLO SPORT. Simoncelli, «Esagerato? No, in pista ragionava»

GAZZETTA DELLO SPORT. Simoncelli, «Esagerato? No, in pista ragionava»

A parlare è il capotecnico della Honda

(getty images)

Aligi Deganello, il «nonno» come lo chiamava Marco Simoncelli, il «guru» come lo ha definito papà Paolo, il capotecnico della Honda come lo ha conosciuto il mondo, si è «preso un attimo di pausa», come si legge su La Gazzetta dello Sport.

Deganello, Coriano è stata invasa da migliaia di persone.
«Sapevo che Marco aveva gran seguito, ma chi immaginava questo? Ho vissuto anni al fianco di Paolo e della Ross (mamma e papà; ndr) e so perché Marco era così: sono persone brave e piene di cose vere. Seguire Marco è stato un privilegio: chiedeva e assorbiva da chi aveva più esperienza, ma dava anche molto. Io ho imparato tanto da lui».

Lei lo ha incrociato nel 2007, il periodo più difficile. «Lo conoscevo dal 2004, nel team 125 di Caponera. Ci siamo ritrovati nel 2007, dopo una stagione dura: lui aveva perso la Gilera ufficiale, io ero a piedi per un incidente in moto. L’ing. Dall’Igna mi propose di seguire un italiano con moto standard LE, Paolo intanto mi chiedeva se volevo lavorare col figlio: è successo tutto per caso».

In pista Marco era eccessivo? «Forse per qualcuno, ma tutto quello che Marco faceva era ragionato. Sbagliava e ci ragionava su. Domenica sera mi aspettavo che tornasse al box a discutere l’errore. Era molto critico, intelligente».
Il ricordo più bello? «Quando veniva a trovare me e mia moglie in Sardegna. “Vado dai nonni” diceva e ci si divertiva da pazzi: surf, biglie, corse sulla spiaggia, partite a carte. Una persona squisita».
Il rimpianto? «Forse l’ho caricato troppo, gli ho sempre detto di non mollare mai. Da tre giorni mi faccio tremila domande».

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