GAZZETTA DELLO SPORT. GATTUSO: «Che fatica la vita se non si vede bene. Ma non mollo: torno»
Il giocatore rossonero parla in conferenza stampa
(getty images)
«Non ho solo temuto di smettere di giocare: ho proprio pensato al peggio. Quando ti infilano nel cilindro della Tac e hai paura di avere un tumore, il pensiero va ai tuoi figli piccoli. Ora so che “quel” peggio è stato escluso e quindi, nonostante tutto, posso tirare un bel sospiro di sollievo. Ce ne vuole per abbattermi…». Parola di Gattuso, che in conferenza stampa si presenta con degli occhiali con montatura nera e l’occhio sinistro visibilmente asimmetrico rispetto al destro.
Accanto a lui in sala conferenze c’è una maglia rossonera col nome di Simoncelli, davanti gli siede il procuratore Andrea D’Amico e alla sua sinistra il responsabile dello staff medico rossonero, Rudy Tavana. Che spiega: «L’occhio sinistro di Rino vede benissimo, non è un problema di vista. Di mezzo non ci sono forme tumorali, ictus, traumi o patologie neurologiche. La diagnosi è paralisi del sesto nervo cranico e il muscolo collegato col nervo quindi non lavora. Praticamente quando lui guarda dal lato sinistro vede doppio».
«Faccio un’attività fisica con carichi importanti però non posso partecipare alle partitelle: rischio di far male a qualcuno perché non vedo pallone e compagni. Quando mi sono scontrato con Nesta, contro la Lazio, non l’avevo visto. Mi sentivo ubriaco, vedevo Ibrahimovic in quattro posti diversi e non sapevo quale fosse quello giusto. Lo scontro con Nesta è stato il pretesto per uscire».
Gli viene chiesto se ha mai pensato di chiudere con il calcio, come riporta La Gazzetta dello Sport. «Se il riferimento è alla mia età, la cosa mi fa ridere visto che ho ancora tanta passione e spirito di sacrificio».
Però a giugno le scadrà il contratto. Questo lungo stop non ci voleva«Venticinque giorni fa mi avevano detto che rischiavo di non poter più giocare. Galliani mi ha preso da parte e mi ha detto “non ti preoccupare che avrò bisogno di te anche con altre vesti”. E’ stata una cosa bellissima. Posso dare ancora molto al calcio, da giocatore o con altri incarichi».
I compagni che cosa le dicono? «Per sdrammatizzare mi prendono in giro, soprattutto Ibra e Cassano».
Potremmo rivederla in campo magari con un paio di occhiali alla Davids?