[…]Abete ci riprova. Ieri ha valutato l’entità delle «ferite » , piuttosto profonde. Ecco perchè punta su soluzioni che «raffreddino»[…]
Ora che l’ordalia dello sciopero è stata consumata, le strade sono solo due: protesta a oltranza o accordo. Nelle dinamiche sindacali, la fase più pericolosa è proprio quella che segue la rottura.
Abete freme: « Non possiamo stare con le mani in mano, non possiamo accettare l’idea che non si giochi nemmeno l’11 settembre ». Domani riavvierà la mediazione. Nel pomeriggio vedrà Beretta e Tommasi, separatamente perché la situazione è talmente incandescente che metterli allo stesso tavolo potrebbe essere controproducente. Il presidente federale lavora sull’ultima idea di Tommasi, quel contratto- ponte suggerito da Aurelio De Laurentiis, ideale per avviare un periodo di decantazione. In alternativa, anche la proroga del vecchio accordo collettivo. Resta l’amarezza. Le dichiarazioni dell’allenatore della Juventus, Antonio Conte, a via Allegri ( e non solo) sono state lette come la conferma che sull’irrigidimento più che le motivazioni reali, abbiano pesato interessi di bottega. Fra tre giorni verrà meno forse una delle cause reali dello scontro: il mercato.