SCIOPERO. Beretta: “La responsabilità è dell’Aic”

(Foto Getty Images)

L’intervento del presidente della Lega A, Maurizio Beretta, ai microfoni di Sky sullo sciopero nella prima giornata: “La proposta era fatta per farsi dire di no. La proposta è stata quella di firmare il vecchio contratto, siglato autonomamente dall’Aic con Campana e di approvarlo per quest’anno. Mesi di lavoro sul punto 7 e la questione del contributo di solidarietà sarebbero stati cancellati con un colpo di spugna. Era chiaramente una proposta di immagine tattica, ma fatta per essere rifiutata. Diciamo di no a prescindere? E’ una dichiarazione francamente bizzarra. Abbiamo detto in maniera chiara, con l’assemblea che ha votato a maggioranza, condizionato l’accordo a due punti importanti. Il primo è l’accettazione esplicita dell’Aic di pagare il  contributo di solidarietà se dovesse essere introdotto nelle prossime settimane, previsto da un decreto approvato qualche giorno fa. Credo che non sia una richiesta lunare, credo che sarebbe stato un segnale positivo ed apprezzato avere la disponibilità dei calciatori senza sé e senza ma, senza furbizie legali. Questa disponibilità purtroppo non c’è stata. Il secondo punto è quello di assegnare in maniera chiara la responsabilità di organizzare i gruppi di allenamento all’allenatore. La pretesa che tutti debbano allenarsi con la prima squadra in rose da 40, è assolutamente non realistica. In questo modo si apre la strada a contenziosi. Chiediamo due punti di grande semplicità e chiarezza. La verità è che mentre in Spagna si è scioperato per decine di milioni di arretrati, in Italia dove questo fenomeno non esiste e tutto il sistema non genera sorprese, avremo un blocco per la pretesa di allenarsi tutti insieme e per non voler pagare il contributo di solidarietà. La valutazione starà ai tifosi. Si era chiesta un’assunzione di responsabilità a fare la propria parte e questa disponibilità non c’è stata. Oggettivamente è impresentabile per chiunque accettare solo la proposta dell’Aic e mandare tutto il resto a babbo morto. La seconda giornata? Sono domande che vanno girate all’Assocalciatori. Nulla impedirebbe di andare avanti a confrontarsi senza fare ricorso allo sciopero. E’ l’Aic che ripetutamente ha spostato il confronto con l’arma carica del campionato. E’ un modo di trattare inaccettabile e che porta a questi disastri. La responsabilità è soltanto ed esclusivamente di una parte che ha deciso di scioperare, facendo prevalere una strategia grave rispetto al confronto. Io rispetto l’interlocutore e parlo con l’Aic. Hanno inseguito in questi mesi strane piste, che trovano formalizzazione nei momenti ufficiali, ossia le assemblee. Tutto il resto sono sensazioni e stati d’animo. Il dato reale è che, chiamati a decidere su delle posizioni chiare, i presidenti si sono espressi a maggioranza. Anche l’altro giorno Tommasi era convinto che l’assemblea sarebbe andata diversamente ma i numeri sono questi. Il problema è di prendere la realtà per quella che è. C’è forte spinta da parte dei presidenti di A di fare innovazioni importanti, che sono indispensabile per assicurare una sostenibilità di medio termine al calcio italiano. Anche l’Aic farebbe bene ad interrogarsi su come lavorare al meglio per assicurare un futuro al calcio italiano. La proposta ponte non è nemmeno possibile prenderla in considerazione, perché l’assemblea dei presidenti che ha poteri decisionali, ha stabilito che la firma dell’accordo è oggi subordinata ai due punti citati prima nell’accordo collettivo. Ha votato questa posizione, ha chiuso l’assemblea e non c’è possibilità di modificare questa posizione se non con pronunciamento assembleare di segno diverso”.

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