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Nel giorno del suo quarantesimo compleanno Demetrio Albertini, vicepresidente della Figc, è intervenuto a Sky Sport 24. Queste le dichiarazioni integrali: “Partirei dalla passione che ho per lo sport più bello del mondo, che mi ha dato tanto e mi ha permesso di impegnarmi per dare qualcosa a questo universo. Il ricordo più bello? A livello sportivo, a parte le vittorie che è difficile scegliere, la mia partita d’addio ha dato il senso di quello che avevo costruito in 20 anni di carriera. Tutti i miei compagni hanno voluto essere presenti e addirittura quelli che non ho invitato mi hanno chiamati arrabbiati. Credo che il nostro mondo abbia bisogno di poca superficialità. Da calciatore ho sempre combattuto il qualunquismo e lo sto facendo anche adesso. I ragazzi di oggi? Devo dire che vivono un mondo più difficile, hanno tutto subito. Credo sia molto difficile poter dare i valori giusti a questo sport che è ancora di grande insegnamento. Porto l’esempio del nostro paese in cui i calciatori giovani li facciamo diventare subito fenomeni, mentre altrove costruiscono un’altra maturità. Una legge per i giovani? Credo che le leggi vadano condivise e debbano essere credibili. Non credo alla lampada di Aladino, ultimamente ognuno dice la sua ed è convinto che sia il verbo. Nel nostro campionato militano tanti giocatori di età avanzata e ciò serve moltissimo perchè ci sono campioni del Mondo che dimostrano ancora il loro lavoro. Però servono anche i giovani e non si deve pensare solo al mercato. Il Barcellona? Prima di tutto devo dire che Puyol è un mio grandissimo amico, ci sentiamo 3-4 volte alla settimana. Anche con tutto l’ambiente, con la maggior parte dei giocatori ho militato insieme da Messi, Xavi, Iniesta a Vitor Valdes. Nello sport va conquistato tutto sul campo. L’impegno che mette giornalmente Guardiola è lo stesso che mettono i giocatori per dimostrare di essere i migliori. Sanno che se non si impegnano e non rimangono uniti sono più facilmente battibili. La scugnizzeria? Non si raggiunge con la mediaticità ma con l’impegno e il lavoro sul campo. Il Barcellona ha una filosofia di gioco che parte dai ragazzini. Porto un esempio concreto: loro hanno un centro sportivo meraviglioso nel quale hanno negato l’accesso ai genitori perchè il calcio deve essere il sogno dei bambini e non dei genitori. Lo sciopero? Ieri abbiamo visto tutti i giocatori e l’intento è quello di giocare. Sappiamo che ci vogliono regole, ne stiamo parlando da un anno. Voglio esser ottimista perchè va spiegata la motivazione ad oggi secondo qui non si dovrebbe giocare o firmare il contratto collettivo. Giocare domenica sarebbe una vittoria per tutti, per la Lega, per l’Assocalciatori e per tutto il movimento calcistico. L’articolo 7? Si partiva da un punto chiave che l’accordo era già stato trovato. Bisognava mediare il settimo punto. La Lega l’ha chiesto prima, il presidente federale è andato incontro alla Lega e quindi l’ha fatto andando contro il parere di qualcuno all’interno dell’Assocalciatori. Il nostro mondo non ha bisogno di una stop. La vittoria, rappresentata dalla firma dell’accordo collettivo, è alla portata di tutti. Le accuse di De Laurentiis al sistema? Ognuno ha la libertà di esprimere pareri. Lui è uno dei 20 presidenti in Lega e nel momento in cui la delegazione ha portato avanti un certo tipo di accordo, qualcuno può essere anche scontento. Penso che prima se ne debba parlare all’interno della Lega”.