Intervenuto a Sky Sport 24 Leo Grosso, vicepresidente dell’Assocalciatori, ha parlato dell’accordo sul contratto collettivo (con annesso rischio sciopero) e del contributo di solidarietà imposto dalla nuova manovra del Governo: “Mi sembra che sia il tipico caso di tanto rumore per nulla. I calciatori sono lavoratori subordinati come altri, pagano le tasse e rispettano le stesse regole. Quello che caratterizza questa situazione per i contratti fatti con il vecchio statuto, in quei contratti è indicata una cifra lorda e una netta e le società e i calciatori possono aver stabilito se far riferimento all’una o all’altra. Se l’accordo fa riferimento al lordo la tassa è a carico del calciatore, se fa riferimento al netto è a carico della società. Se non è previsto nulla, l’inasprimento dell’aliquota grava sul calciatore. La legge è quella che è, il contratto è quello che è, ed in base a questo paga la società o il calciatore. Il resto è speculazione spicciola. Con tutto il rispetto per Calderoli la definizione di casta mi sembra una stupidaggine. E’ molto facile speculare sui calciatori: sono pochi che guadagnano tanti e tantissimi che guadagnano poco. C’è una legge e un contratto ed in funzione di questo ci si regola. Sono stupito che Galliani abbia ipotizzato lo sciopero, forse non era particolarmente informato. Ufficialmente le preoccupazioni sono altre. Ad esempio che l’accordo collettivo è ancora da firmare. In Spagna dopo due mesi hanno proclamato già lo sciopero, da noi si va avanti da tre sessioni di mercato. In Spagna si sciopera perchè le società che non pagano i calciatori non falliscono”.