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Ore 15:23 di venerdì 12 agosto. Il calciomercato internazionale conosce il proprio giorno zero. Da un minuto Cesc Fabregas ha apposto la firma sul contratto che lo rende a tutti gli effetti un giocatore del Barcellona, dopo anni di corteggiamento. 40 milioni andranno nelle casse dell’Arsenal, che nei prossimi giorni darà il via libera anche alla cessione di Nasri al Manchester City. Si tratta di operazioni che riguardano da vicino il mercato italiano. Per diverse ragioni.
Su tutte quella che Mancini rinuncerà definitivamente a Cerci e De Rossi. Come rilanciato dalla stampa britannica, infatti, il tecnico jesino aveva opzionato l’esterno viola (per 5,5 milioni di sterline) ed era tornato a pensare al centrocampista giallorosso. In seconda battuta i tifosi del Milan si possono mettere definitivamente l’anima in pace: mister X non è Fabregas. Spettatrice interessata della lunga giornata catalana, seguita dal vivo dai giocatori del Barça che attraverso Twitter hanno aggiornato costantemente i tifosi sulla situazione, è stata anche l’Udinese, che si troverà di fronte nel preliminare (confermato il regolare svolgimento del match d’andata) una compagine notevolmente indebolita.
ISOLE CON I NERVI SCOPERTI – Ma cosa è successo intanto in Italia? Sono state le isole a farla da padrone. Lo Monaco effettua il blitz per portare Suazo a Catania (contratto di un anno con opzione per il secondo) e Cagliari deflagra in un istante. Cellino e Donadoni, ai ferri corti già da un po’, decidono di separare le rispettive strade: dato il benservito all’ex commissario tecnico della Nazionale, i sardi ripartiranno da Massimo Ficcadenti, che verrà presentato ufficialmente alla stampa martedì prossimo. Dalla Sicilia se la ridono e nel frattempo bloccano la trattativa con la Fiorentina per Maxi Lopez. La prima richiesta di Pulvirenti, 10 milioni in unica rata, viene giudicata eccessiva da Corvino che ricaverà la stessa cifra per la cessione di Gilardino, ormai promesso sposo del Genoa. Il centravanti di Biella sottoscriverà l’ultimo contratto della carriera, legandosi al club di Preziosi per cinque stagioni con opzione per una ulteriore.
ROMA PIAZZA DI SPAGNA – Volata in terra iberica per affrontare il match con il Valencia, valevole per il Trofeo Naranja, la Roma sfrutterà la trasferta per provare a definire almeno una delle due operazioni in piedi. Per Osvaldo ballano 3 milioni tra la richiesta dell’Espanyol (20 milioni) e l’offerta capitolina, ma l’ostacolo principale sarebbe rappresentato dai contrasti tra Norberto Decoud, agente dell’attaccante argentino, e la dirigenza catalana. Nilmar lancia intanto messaggi d’amore.
ETO’O CERCA CASA – E la trova. Secondo i media russi l’attaccante camerunense avrebbe già comprato un immobile in Daghestan. Accettata la proposta dell’Anzhi, non gli resta che attendere che il club di Kerimov sistemi gli ultimi dettagli con l’Inter. I nerazzurri si muoveranno adesso alla ricerca del sostituto del giocatore meno rimpiazzabile del campionato italiano. L’ipotesi Lavezzi è legata ad un’improbabile accelerazione lei contatti tra Napoli e Villareal (finora inesistenti) per Giuseppe Rossi. Di Pepito e di altre prime donne ha parlato oggi Mazzarri in conferenza stampa, dichiarando che Vucinic rappresentava l’obiettivo numero uno del mercato azzurro e rammaricandosi per il mancato arrivo di Criscito. Mentre l’estate di De Laurentiis può dichiararsi conclusa, quella di Moratti è ancora work in progress. Col Genoa si lavora sulla comproprietà dello slovacco Kucka (Viviano approderebbe in rossoblu come contropartita) mentre in attacco il nome invocato dai tifosi è quello di Carlos Tevez sul quale – secondo il portale russo lifenews.ru – si sarebbe portato proprio l’Anzhi con una maxi offerta da 50 milioni. L’unico motivo di soddisfazione per i fan del biscione è rintracciabile nella bandiera bianca alzata dal Manchester United per Wesley Sneijder: l’olandese chiede troppo e Ferguson preferisce fare affidamento sul giovane Cleverley, che ha ben figurato nel Community Shield di domenica scorsa. Nel giorno zero del mercato internazionale basta poco per riaccendere gli entusiasmi. E a via Durini, di questi tempi, ce n’è davvero bisogno.
Marco Ferri