CONFERENZA SABATINI – Ecco le dichiarazioni integrali (parola per parola) nella prima conferenza a Trigoria di Walter Sabatini: “La dimensione nella quale sono caèitato la percepisco con chiarezza. Posso chiedervi una deroga? Devo fumarmi 2-3 sigarette. Sennò perdo la concentrazione. C’è qualche igienista incallito? Ditemi di si fragorosamente. Mi incoraggia, parlo più tranquillamente. I nomi? Quello che conta penso sia il mio. Voi con le mie capacità intvestigative mi avete trovato in fretta. Con molti di Voi ho parlato. Grazie alla società Roma che generosamente mi permette di presentarmi a Voi che siete i traduttori di questa storia antica ed indirizzate i pensieri di milioni di persone. io voglio rivolgermi alla gente di Roma e agli sportivi romanisti che sono in situazione di astinenza. Io cercherò di spiegarmi e di tradurre il pensiero di DIBenedetto e di Franco Baldini che sarà qui nei prossimi mesi. Io non voglio parlare di progetti. Noi sappiamo cosa vogliamo fare e lo faremo bene e lo faremo subito. Lo abbiamo fatto facendo una scelta che è coraggiosa che è un requisito di cui mi approprio ma che è estendibile alla società e alla persona che nomino per l’ultima volta, Baldini’
Cosa vi ha spinto a puntare su Luis Enrique?
“E’ un motivo anche simbolico. Noi vogliamo fare un calcio non diverso, abbiamo scelto Luis Enrique perché rappressenta la discontinuità. Rappresenta calcio che vogliamo perseguire. E’ un ragazzo esuberante, che sfida se stesso, facendo multi attività compensando la mia immobilità. Lui si sfidsa sempre e sfiderà anche questa avventura portando la sua cultura. Noi non siamo qui alla ricerca di un calcio suggerito, il calcio vive di movimenti, oggi si impone attraverso il Barcellona un certo tipo di calcio, noi abbiamo scelto questo allenatore perché saprà fare una sintesi tra quella che è la cultura di essere, di trasmettere la palla mutuandola alle esiogenze del nostro campionato. Lui costituisce una scelta coraggiosa, ma che rifarei sempre. Siamo contenti di averlo preso”
DiBenedetto ha parlato di 5-6 acquisti per vincere…
“DIBenedetto forse voleva dire altro. Roma deve voler vincere il campionsto. Sento qui la forza d’urto della gente, è la gente che fa il calcio. Una società con una spinta dietro così potente deve puntare a vincere il campionato. Non penso che DiBenedetto volesse dire che lo vinciamo subito. Lavoriamo per assemblare un gruppo”
L’età conterà sul mercato in uscita?
“Io non ho potuto confrontarmi con i calciatori, però devo prima parlare con tutti i calciatori, saggiare il loro stato d’animo. Se saranno giocatori pieni di voglie, creare stato d’animo di belligeranza. Questi calciatori devono confrontarsi con me e farmi capire quanto vogliono stare nella Roma e in quali condizioni. Ci sono tanti grandi calciatori nella Roma, però la Roma è sempre stata competitiva. Non ci sono macerie nella Roma, solo da correggere alcune cose, ma ritengo da un punto di vista culturale”
Perché dovremmo fidarci di lei, qual è il budget? Motiverà Vucinic?
“Di Vucinic parlaimo dopo perché è un grande. La Roma non deve convincere nessuno, la Roma è la Roma. Non sto realizzando il mio sogno nel cassetto, non ho dormito con la foto di Giacomino Losi attaccata la muro, ma questa è la mia terza vita non un’esperienza, cosa esclusiva, irripetibile, eccezionale. Il budget? Non mi è stato riferito, ma mi è stato dato imprimatur per lavorare. Nei prossimi giorni ci sarà un meeting per capire dove si può arrivare, ma DiBenedetto mi ha detto di fareil calcio, certo ci vogliono i soldi, ma per le cose che proporrò avrò copertura adeguata. Non v dico del budget perché vi mando in depressione. Perché ce lo costruiamo giornalmente cercando di pescare il meglio e poi valutare nelle dinamiche del calciomercato. La proprietà mi ha autorizzato a lavorare liberamente sul mercato. Vucinic è un grande calciatore, ho sempre avuto paura della Roma e Vucinic è un grande, ma mi devo confrontare con lui perché ho colto qualche disagoio riferito alla collocazione tattica, siccome avremo allenatore che determinerà il modulo bsogna che i calciatori aseccondino volontà allenatore”
Il portiere?
“Studierò rivedendo la storia di Doni per anni giudicato bravissimo…di certo prenderemo un portiere poi vedremo chi rimarrà a afre il dodicesimo o il terzo.”
Che idee vi siete fatti con Luis Enrique…
“E’ soddisfatto dell’organico della Roma, ci dovrà chiedere delle cose per determinare qualcosa di nuovo, il problema della Roma non è rappresentato dal valore dei giocatori, forse qualcosa dall’anagrafe, abbasseremo il tetto dell’età, porteremo forti giovani. Quello che ho colto sembra una squadra sclerotizzata nei rapporti di forza. CI sono i titolari, quelli che giocano meno, c’è una sorta di staticità. Ci vuole dialettica e competitività diversa. Sana competitività perché contano due principi: la lealtà e la generosità. Se così sarà faremo straordinario passo avanti”
Che scelte verranno fatte per la Primavera?
“Grazie per la domanda. Varese è scelta obbligata con gli stranieri perché sono 80.000 abitanti. COn 4 milioni di abitanti si può fare reclutamento importantissimo come sempre ben fatto dalla Roma. Ho avuto esperienza con il Perugia e siamo stati costretti a ricorrere a quel tipo di mercato. Penso bisogna arrivare ad una sintesi. Roma porta fuori calciatori di grandissima rilevanza. La Roma ha fatto sempre grandi cose fatto salvo che succede una cosa per cui la cantera del Barcellona riesce poi a produrre il giocatore da Prima Squadra, quello che riesce a fare un po’ meno la Roma è che nel momento topico di passaggio si fa più fatica. La Romaè una grande livello di squadra si fa più fatica, più facile con un palermitano. Non anticipo niente perché devo parlare con Bruno Conti ma perché voglio chiedergli di apportare delle modifiche. La squadra Primavera e Allievi Nazionali sotto il controllo dell’allenatore della Prima Squadra. Questa contiguità tra settore giovanile e prima squadra determinerà osmosi più facile da realizzare”
Luis Enrique?
“Ha firmato per due anni, pensiamo che in due anni possa fare il suo lavoro. io ho chiesto un contratto di un anno. Noi non dobbiamo essere un peso per la società. I due anni saranno sufficienti per capire chi è. La forza d’urto della città ci impone di fare molto”
Menez e Borriello faranno parte del progetto Roma?
“Scontano quella defaillance mia che non ho potuto affrontare in fretta. Ho un riverbero di un suo disagio, è un giocatore forte che esalta la gente e noi vogliamo questi giocatori. Io vorrei che la Roma fosse una squadra divertente e produttiva. I giocatori forti rimarranno se vorranno rimanere e se accetteranno le volontà dell’allenatore, deve star dentro un progetto ed un organico competitivo. Quando lui ondeggia e va piace a tutti, vorrei che lo facesse fino in fondo. Borriello è un problema perché ha caratteristiche di giocatore forte però ha vissuto una stagione di due fasi. COn lui bisogna capire quanto vuole essere un giocatore della Roma e a quali condizioni”
Si riparte da de Rossi?
“Penso che De Rossi debba rimanere a Roma, perché con lui sarà più forte. ha avuto un periodo non bellissimo ma ci sta. Auspico che rimanga alla Roma e faremo di tutto perché questo succeda. Poi dico che dobbiamo prendere il meglio dal calcio del Mondo. Non dobbiamo drammatizzare il contratto, le scadenze. Io vorrei viverle con serenità ma ve lo dice uno per cui al serenità non è ricorrente”
Cos vuole fare la società?
“Viene ad introdurre la possibilità di vicere ma con i mezzi che ha deciso di utilizzare. Parlo del fair-play finanziario, ma non significa rinunciare, significa voler lavorare tutti i giorni, significa voler essere competitivi. Questa società ha scelto me perché pensa che io possa con risorse e passione riuscire a portare calciatori con i grandi giocatori che ci stanno. Qui c’è una sorta di abitudine. SI dice ‘E’ giovane ma non è pronto’…tutte ca…te. I giocatori si dividono in due categorie: forti e scarsi. Se son forti son forti, se sono giovani e scarsi diro ‘mi sono sbagliato’