L’etichetta da antipatico non gli piace, ma neppure lo disturba più di tanto. Lui, Walter Mazzarri, va avanti per la sua strada, con le sue convinzioni, sia nei rapporti con i colleghi, sia in chiave scudetto. Nella registrazione della puntata del «Chiambretti Night» che andrà in onda stasera (Canale 5, dalle 23.30), il tecnico del Napoli, descritto come il Maradona degli allenatori in un filmato, ha evitato i proclami, ma è stato chiaro: « Finora siamo andati oltre le più rosee aspettative – ha iniziato in collegamento da casa sua –ma con 21 punti in palio, può succedere tutto. Vogliamo arrivare il più in alto possibile, ma i conti li faremo solo alla fine, dopo aver fatto la corsa solo su noi stessi” […]
SIMPATIA E ONESTA’- Ed eccoci ai rapporti tormentati con alcuni colleghi. Mazzarri ha iniziato con una premessa-frecciata («E’ più facile essere simpatico con chi è simpatico»), poi una sottolineatura generale che suona come un monito. «Ormai mi sono fatto la fama del cattivo e dell’antipatico, ma le battute vengono sempre dagli altri e io mi limito a rispondere. Se vengo provocato, ribatto[…]
Chiambretti mostra a Mazzarri gli attacchi ricevuti da parte di Donadoni («Tutto chiarito»), Allegri e Mourinho. «Prima della partita di San Siro non ho parlato dell’allenatore del Milan, ma ho risposto a una sua battuta. Come uomo non lo conosco e di lui non posso dire niente. Mourinho? Guarda molto l’aspetto mediatico e uno dei suoi galoppini ha coniato per me la frase, “un asino non diventerà mai un cavallo di razza”. E’ successo dopo la partita di Napoli quando noi giocammo molto meglio dell’Inter. Lo dissi e lui si arrabbiò, ma anche Moratti mi ha datoragione».
Finale sulle sue proteste: «Anche altri allenatori protestano con gli arbitri e sono espulsi, ma quello che faccio io viene valutato in maniera diversa e si parla solo di me. Chissàperché?».
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ALTRO- Il resto sono confessioni in libertà. Dall’ottimo rapporto avuto con tanti giocatori considerati difficili, al feeling con Marotta: «Alla Samp gli ho spiegato come si costruiscono le mie squadre perché non aveva mai lavorato con un tecnico che usava il 3-5-2. Ora sa come si costruiscono le mie squadre. Io alla Juve? Non mi faccia neppure la domanda. Buffon al Napoli? Chi lo discute e non lo vorrebbe?». […]