L’istinto del killer giace, sonnacchioso nel ventre del san Paolo: ma stavolta che all’orizzonte c’è il “Dall’Ara”, e che la primavera ha interrotto il letargo, l’ora del pocho viene scandita a gran voce. Il conto alla rovescia è un soffio d’alito che s’aggrappa alle folate di vento e oltre la Pineta – ben al di là del bunker – l’invocazione è un inno alla felicità da riconquistare, una preghiera per quello scugnizzo che pare uno di loro. «Lavezzi, pensaci tu». […]
GLI PIACE – L’anno meraviglioso di Lavezzi e del Napoli è raccolto pure nelle contraddizioni in termini di statistiche da capogiro, in quelle divagazioni che il pocho si concede lontano dal san Paolo, in escursioni entusiasmanti che hanno contribuito a blindare una classifica da star attraverso otto vittorie festeggiate anche a ritmo di tango. […]
TACCO E PUNTATE – Da Cesena a Parma (ma guarda un po’, l’Emilia-Romagna gli porta bene, gli piace), il Lavezzi scanzonato s’è inventato di tutto, passando dai fulminanti diagonali (nel ribollente Manuzzi, in quell’1-4) agli imprevedibili colpi di tacco (al san Nicola di Bari, su tiro del matador), inventandosi opportunista (tap in a Brescia, nel pantano) o sciorinando la sua potenza atletica (sessanta metri di corsa, al sant’Elia, in sette secondi e qualche decimo, ma, si badi, al minuto 94) e infine graffiando a Parma con una legnata. […]
LO SCORE – Tre anni e mezzo, per trentasette reti complessive, con una media equilibratissima, diciannove gol in casa e diciotto fuori, e la conferma di saper fare pochi gol ma buoni, incurante del fattore campo, per nulla incline al privilegio dello stadio amico, per niente allergico alle trasferte: un impavido, insomma, come da copione, come da sguardo da amabile canaglia. I numeri non mentono e sarà un caso – e forse non lo è – che il primo Lavezzi esultante esplode al Friuli di Udine, in uno 0-5 memorabile, infarcito da una prestazione mostruosa, il bigliettino da visita che nel settembre del 2007 viene consegnato al suo nuovo campionato italiano. […]
MATA & POCHO – El matador osserverà dalla tribuna quel pocho che tenterà di fargli il verso, che lo cercherà e magari non lo troverà, e che però avvertirà su di sé gli occhi della gente e la responsabilità di un’ora e mezza tra quindicimila amici: cose da pocho, insomma.