MOURINHO: “Se mi cacciano andrò ad allenare in Italia o in Inghilterra”

Ennesima conferenza stampa show di Josè Mourinho, che alla vigilia della sfida contro il Malaga non perde occasione per lanciare le sue solite frecciatine; si comincia dal Barcellona e da quella parte del mondo calcistico che non ha la stessa visione delle cose che ha lo Special One. “Io non mi sono lamentato del calendario dopo il pareggio col Deportivo, dopo un risultato negativo. L’avevo fatto prima, e chi dice il contrario mente. Viviamo in un mondo un tantino ipocrita. Ora è uscito il calendario del prossimo fine settimana. Il Barcellona giocherà martedì in casa con l’Arsenal e domenica andrà a Siviglia, il Valencia giocherà mercoledì in Germania e il sabato a Saragozza. Così come il Barcellona ha giocato sabato scorso e stasera sfida il Valencia che è sceso in campo domenica. Se volete essere ipocriti è un problema vostro, io mi rifiuto. Preferisco essere il sacco della boxe, colpito da tutti i codardi riuniti. Sono nato e cresciuto così e sarò sempre così, non ho paura di dire la verità. So già che domani una banda di codardi mi attaccherà però io vado avanti per la mia strada”.

Domani al Bernabeu arriva il Malaga di Pellegrini, predecessore di Mou sulla panchina de los blancos. Un anno fa il Real era primo col Barça e aveva un punto in più: “Due verità, senza dubbio. Però è anche vero che quel Madrid era stato eliminato al primo turno della Copa del Rey e in Champions doveva rimontare dopo la sconfitta di Lione. E poi c’è una cosa che mi distingue da Pellegrini: che se mi cacceranno io non andrò mai ad allenare il Malaga. Se mi cacciano io andrò ad allenare una grande squadra, in Italia o in Inghilterra”.

Mou ha parlato anche di Kakà: “Quando Kakà è tornato abbiamo parlato di uno stop di 6 mesi. Sarebbe stato meglio dire che si è trattato di un infortunio lungo un anno e mezzo. Perché è un anno e mezzo che Kakà non è al suo livello per problemi fisici, che non gioca senza dolore. Aveva un problema di pubalgia che è stato sempre trattato come tale senza pensare alle conseguenze che aveva sul ginocchio. Kakà soffre da tantissimo tempo, soffrono il suo talento, il suo gioco, la sua esplosività, e non è una situazione facile. Quando è rientrato non pensavo certo che tornasse subito ai livelli del Milan, del Pallone d’Oro. Il suo è un processo di recupero normale, naturale, difficile. Kakà lavora sempre bene qui in allenamento, e in campo ci prova. Alcune partite gli vengono meglio di altre per le circostanze stesse della gara, però io continuerò ad appoggiarlo e dargli opportunità perché possa migliorare. È un giocatore e una persona fantastica: bisogna avere pazienza e lasciarlo lavorare. Da parte mia nei suoi confronti non c’è nessuna pressione”.

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