Cambia maglia, cambia Stato, ma lui resta sempre lo stesso. José Mourinho, prima della gara contro il Deportivo La Coruna, lancia la sua invettiva contro gli “amici” dei potenti:”Sappiamo tutti chi sono (il Barcellona, ndr): loro possono giocare a tutte le ore che vogliono, noi ne abbiamo due fila alle dieci di sera“. Lo Special One non è tenero nemmeno con la classe arbitrale: “E’ troppo facile ammonire i miei calciatori. Altri sono più protetti“.
L’allenatore portoghese non è cambiato, è sempre pronto a schierarsi dalla parte dei suoi giocatori, anche a rischio di andare contro la Federazione e di accendere gli animi delle rivali: “Io parlo, parlo, parlo. Ma non ho forza o potere di decisione. Eppure non tutti si lamentano. Alcuni hanno la vita più semplice, più organizzata. Sembra che possano scegliere a che ora giocare“. Chiaro il riferimento al Barcellona, che col Maiorca gioca alle 20: “A chi mi riferisco? Agli amici di chi decide. Lo sapete voi e lo so io. Non siamo noi… Noi non abbiamo questo tipo di privilegi. Nella migliore delle ipotesi, faccio ridere chi ha il potere. Non vale la pena perdere troppo tempo, le cose sono abbastanza chiare. A volte si fanno cose per ingannare un po’: il Malaga, ad esempio, gioca lunedì e poi giovedì deve affrontare noi“.
L’invettiva non finisce qui; l’ex tecnico dell’Inter trova il tempo per contestare anche l’uso dei cartellini: “E’ facile dare ammonizioni contro di noi – ha detto il tecnico di Setubal -. Con noi, il giallo diventa rosso. Quello che non è niente, invece, diventa giallo. Siamo fortunati a non avere i cartellini arancioni, altrimenti ne avremmo di sicuro più di tutti. Da questo dato arrivo alla conclusione secondo cui è facile ammonire i nostri giocatori. Per le stesse azioni, ci sono squadre con molte ammonizioni e altre un po’ più protette. Non bisogna andare troppo lontano, basta guardare le ultime due settimane“.
Dopo questo sfogo iniziale, Mourinho si placa e addolcisce il tutto: “Abbiamo sempre parlato bene di Pep e della sua squadra. Noi stiamo facendo un buon campionato, saremmo primi se loro non avessero ottenuto tanti punti e tante vittorie consecutive. Pep è un allenatore di grande prestigio, non contano gli anni di professione ma ciò che si fa. Ci sono allenatori che, dopo 40 anni di attività, non sono conosciuti da nessuno“.