IL TEMPO. Nuova alba

IL TEMPO – La nuova alba della Roma. Gli americani hanno preso in mano il futuro del club, un futuro che inizia oggi all’Olimpico, dove arriva lo Shakhtar Donetsk per l’andata degli ottavi di Champions, e continuerà nei prossimi mesi all’insegna del rilancio. La nuova Roma parla già americano. Ieri è arrivato il via libera alla trattativa in esclusiva per la cessione della società al gruppo di imprenditori statunitensi guidato da Thomas DiBenedetto. «Ringraziamo Unicredit – le parole del futuro presidente – e la proprietà della As Roma per il lavoro portato avanti insieme sino a questo momento. Siamo onorati che la nostra offerta sia stata scelta come la migliore e continueremo a lavorare per concludere con successo le negoziazioni. Il gruppo di persone coinvolto con me in questa iniziativa presenta investitori e professionalità di altissimo livello, con grande esperienza nel mondo dello sport e della finanza, e quanto prima intendiamo avviare il nostro progetto di crescita che mira a valorizzare societá e squadra». La fase di esclusiva ha un termine di 30 giorni, ma, salvo intoppi, entro una decina di giorni il club passerà di mano. Il pacchetto di maggioranza della Roma verrà controllato al 60% da DiBenedetto & Co. e al 40% dalla banca, che cederà poi fino al 30% delle sue quote a un partner italiano: il costruttore Parnasi è in pole. Nei prossimi giorni i legali di Unicredit e dello studio Tonucci sistemeranno gli ultimi dettagli dei contratti che verranno poi firmati in un incontro previsto per fine febbraio in Italia alla presenza di DiBenedetto. L’Opa e gli altri passaggi tecnici (ok dell’Antitrust, assemblea e insediamento nuovo cda) verranno superati gradualmente. L’imprenditore di Boston ha già coinvolto altri quattro ricchi americani nell’operazione: Julian Movsesian, Michael Ruane, Richard D’Amore e James Pallotta, quest’ultimo azionista dei Celtics di basket. Molto presto dovrebbero aggiungersi nuovi imprenditori. Ieri sono arrivati i documenti mancanti, tranne la lettera d’impegno di Movsesian che resta nell’affare ma per motivi personali ha chiesto qualche giorno di tempo prima di inviarla. Il cda di Roma 2000 (Attilio Zimatore, Rosella Sensi e Antonio Muto) ha esaminato le integrazioni ricevute e dato l’ok all’esclusiva, dopo due incontri, tra mattina e pomeriggio, ai quali hanno partecipato i legali Roberto Cappelli, Massimo Tesei e Gianroberto De Giovanni, quest’ultimo «padrone di casa»: le riunioni si sono svolte nello studio Lovells a piazza Venezia, lo stesso dove il 18 aprile 2008 saltò la trattativa per la cessione della Roma a Soros. I dirigenti di Unicredit Paolo Fiorentino e Piergiorgio Peluso e l’ad di Rothschild Alessandro Daffina hanno partecipato collegati in videoconferenza. A metà pomeriggio il comunicato di Italpetroli ha confermato la decisione, benedetta poi da Fiorentino. «L’offerta ci ha convinto – spiega il braccio destro di Ghizzoni – non solo perché finanziariamente più solida ma anche per gli investimenti e il progetto». Per il sindaco Gianni Alemanno, «è una buona notizia», decisamente meno per la Sensi che anche ieri ha espresso le sue perplessità sul prezzo dell’operazione: il club e le due società collegate che gestiscono il marchio e di Trigoria sono state valutate circa 110 milioni, al netto delle passività. Il progetto prevede una ricapitalizzazione immediata di 35 milioni, l’aumento del 30% dei ricavi (ora sono a 136 milioni) entro il 2014, la costruzione di uno stadio di proprietà da 45.000 posti. La gestione della squadra fino al termine della stagione dovrebbe essere affidata a Montali, poi verrà il momento dei nuovi dirigenti: Baldini e Sabatini. Il sogno di DiBenedetto è plasmare la Roma a immagine e somiglianza dei New York Yankees: il grande salto dal baseball al calcio non lo spaventa.

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