IL ROMANISTA –«Vogliamo fare una squadra degna della Città Eterna». Sperate che sia vero quanto hanno scritto gli americani nel dossier vincente. Quello della DiBenedetto As Roma Llc. Datato 21 gennaio, integrato dai documenti che all’epoca mancavano – garanzie bancarie e disclosure, l’identità di tutti i soci – ha convinto Rothschild e Unicredit. La banca ha concesso agli americani un’esclusiva di 30 giorni per la trattativa. L’operazione dovrebbe concludersi prima. Se lo augura anche Thomas Richard Di- Benedetto, che ieri ha parlato per la prima volta da potenziale futuro presidente dell’As Roma: «Continueremo a lavorare per concludere con successo le negoziazioni il più presto possibile. I miei partner in questa iniziativa rappresentano il più alto livello di professionalità ed entusiasmo. E siamo rappresentati da investitori con grande esperienza sia nel mondo dello sport che della finanza. Ringraziamo Unicredit, Rothschild e l’attuale proprietà dell’As Roma per il duro lavoro portato avanti insieme fino a questo omento. Siamo onorati che la nostra offerta sia stata scelta come la migliore. Quanto prima intendiamo avviare in nostro progetto di crescita che mira a valorizzare la società e la squadra, non perdendo di vista il fatto che agiremo come ustodi di questa grande squadra nel nome dei cittadini di Roma e di tutti i tifosi della As Roma». Yes, you can. Sì, potete. Il Cda di Roma 2000, che detiene il 67% dell’As Roma e che a breve sparirà a vantaggio di Newco Roma (il procedimento di costituzione deve essere ancora perfezionato), ha deliberato quello che forse non tutti a Roma si aspettavano. La decisione si può riassumere così: cari americani, i documenti che vi avevamo richiesto il 3 febbraio sono ok, per 30 giorni potrete trattare l’acquisto dell’As Roma senza alcuna interferenza esterna. «Nell’ambito del processo di dismissione del pacchetto azionario di controllo in As Roma», riportava in serata una nota di Italpetroli, «si è deciso di procedere ad una fase di negoziazione esclusiva con la società tatunitense DiBenedetto As Roma Llc che (…) ha formulato l’offerta più competitiva tra quelle pervenute». Chi è assolutamente convinto della bontà della scelta è il chief operating officer di Unicredit, Paolo Fiorentino. «Andiamo avanti nel processo – commenta – negoziando in esclusiva con il gruppo americano che fa capo a Di Benedetto. La loro offerta ci ha convinto non solo perché finanziariamente più solida, ma anche per gli investimenti e per la valorizzazione della squadra che il progetto prevede. Una valorizzazione che era tra i nostri obiettivi e che la squadra, il team ed i tifosi romani si aspettano e meritano». Determinante, come viene spiegato anche nel comunicato di Italpetroli, è stato il placet di Rothschild. L’advisor, che ha certificato la correttezza i tutti i dati inviati dagli americani, non ha lasciato nulla al caso. Ha sondato gli ambienti finanziari statunitensi per verificare la serietà di DiBenedetto & Co. L’esame è stato positivo. Alemanno è già pronto ad accoglierli: «La d cisione del Cda di Roma 2000 di avviare una trattativa in esclusiva con la cordata statunitense è una buona notizia. Adesso – spiega il Sindaco – verrà valutato il progetto nel suo complesso. Sono convinto che il principio ispiratore e l’obiettivo della trattativa saranno quelli di tutelare e valorizzare l’associazione sportiva e i suoi tifosi, che da sempre rappresentano un bene inestimabile per la nostra città». Ma cosa ha di così speciale questa proposta? Partiamo dalla composizione della cordata. Gli americani ufficiali, quelli che risultano dal dossier, sono quattro: Thomas R. Di- Benedetto, Richard D’Amore, Michael A. Ruane e James J. Pallotta. Sorpresa: non c’è Julian Movsesian. Che fine ha fatto l’unico americano che rilasciava interviste, dicendo di augurarsi lo scudetto già quest’anno? Una ofnte sostiene che non sia sparito. Sarebbe pronto ad affiancare comunque DiBenedetto. Passiamo ai numeri del takeover, della scalata. Gli americani mettono sul piatto 77 milioni per il 60% di Italpetroli. l restante 40% resterebbe inizialmente a Unicredit. Per inciso, come risulta dalla garanzia della Morgan Stanley Smith Barney, James J. Pallotta, alias mister Boston Celtics, partecipa per 10 milioni. Sono poi previsti altri 50 milioni da destinare in parte all’Opa e in parte al riacquisto del marchio e del complesso sportivo di Trigoria. Nel dossier non c’è traccia di somme per la campagna acquisti, ma solo perché finora ci si era limitati ad analizzare la congruità ll’offerta. Durante uno dei primi confronti, però, gli americani avevano indicato in 40 milioni la cifra per il rafforzamento dell’organico. Nel dossier del 21 gennaio si legge un proclama importante: «Vogliamo fare una squadra degna della Città Eterna». Gli obiettivi sono ambiziosi. In ogni slide della proposta a stelle e strisce si legge: «Tutte le strade portano all’As Roma». Il modello dovrebbe ricalcare quello dei New York Yankees. Nel dossier si parla di valorizzazione del marchio, rinnovamento del sito internet, ampliamento delle a ività commerciali, ridiscussione entro il 2013 del contratto con Kappa in attesa di avviare una partnership con Nike o Adidas, nuove strategie per riportare subito i tifosi all’Olimpico e la realizzazione di uno stadio di proprietà da 45 mila posti. Vogliono fare dell’As Roma una media company. Speriamo che facciano anche una squadra da scudetto.