IL MESSAGGERO. ‘Uniti per vincere’

IL MESSAGGERO -«Il marito è sempre l’ultimo a sapere certe cose». Claudio Ranieri, bisogna riconoscerlo, resta se stesso. Anche a distanza di anni, in questo caso due. Usò la stessa risposta quando gli chiesero di Ferrara, suopossibilee giovanesostituto sulla panchina della Juve. Stavolta  gli basta sentire nominare Montella, allenatore dei Giovanissimi giallorossi, per tirar fuori l’identico concetto.  C’è Roma-Shakhtar Donetsk, stasera all’Olimpico alle ore 20,45, gara d’andata degli  ottavi di finale di Champions. N[…] «Non molliamo. Nè io, nèi giocatori». Ranieri timidamentesventola  la bandiera dell’unità di intenti. Non  può far altro, perché la sua posizione è ormai fragile. Da martello a incudine,   n pochissimi mesi. Devec hiedere aiuto al gruppo che, lo sa bene, non ha mai giocato contro di lui.  Il problema è che la Roma, in assoluto, non gioca, lasciando il divertimento alle altre squadre. Grandi e piccole, belle e brutte,  diognicategoriaenazione.[…] Così Ranieri si affidaaigiocatori,perpri iquelli  con cui il rapporto è logoro da tempo:Totti, alla cinquantesima gara di Champions,Vucinic,Menez,  Perrotta, De Rossi e Doni  (novità: non è più terzo), alcuni tra quelli finiti nella lista dei 19 convocati, dove c’è Pettinari e non Pizarro (il cileno, secondo il tecnico, starà fuori almeno altre tre gare: eper fortunachenonera  uncaso). Puntando sui calciatori (con alcuni ha avuto colloqui a  quattr’occhi,ierisoloconTotti)e non sull’identità di squadra, cerca di andar loro incontro con un sistema di gioco più adatto: sarà  4-3-3, con Totti centravanti e Menez e Vucinic larghi, in fase offensiva 4-2-3-1, con Perrotta a fare l’incursore dietro il capitano,  perché è l’unico assetto con cui possono recitare, si spera bene, a memoria. Segue, insomma, l’input della Sensi.Checonvocai giocatorienonlui.Checi rimane malemanonlo dice. Anzi approva: «Ha fatto bene a parlare con i quattro capitani, con me non serviva, essendo grande la sua stima nei miei confronti». Sullo Shakhtar,mani avanti.[…]  Ripeterà più volte che aveva previsto tutto. Che «l’annata sarebbe stata delicata per il cambio di proprietà ».Che«all’allenatore non è stato rinnovato il contratto: normale che tutte queste questioni influiscano». L’aggravante è qui: avrebbe dovuto intervenire e parare il colpo, proprio perché l’annunciato pessimismo era tutto suo, da inizio stagione. «Lo avevo detto già in estate». Subito dopo, però, garantisce: «Ma nessuno di noi vuole alibi» è la  rande contraddizione del suo pensiero ad alta voce. Un giorno capiremo perché laRoma stenta e  a cilecca. «Siamo sereni tra noi, io e i giocatori.Glihopurechiestouna  volta: “Se sono io il problema, mene vado”». Lo fece nell’intervallo della gara persa all’Olimpico il 19 ottobre. «Vero, Philippe? », chiede a Mexes in grande  imbarazzo. «Il resto è gossip romano ».Comeprimac’era quello torinese. «E ognuno sponsorizza i suoi tecnici:Guardiola,Montella, Franceschino e Antonello». Non sono nomi a caso.Nemmeno quelli di battesimo. Amici e i soliti nemici.

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