PRUZZO E LA CINQUINA – A Roma lo chiamano ancora ‘bomber‘. Nella sua carriera ha segnato caterve di gol, centosessantaquattro in totale (ma nessuna rete in nazionale), vincendo tre titoli come capocannoniere. Ma il suo nome resta legato soprattutto ad una memorabile cinquina, l’ultima segnata finora in serie A.
Il tutto avvenne una domenica di venticinque anni fa, il 16 febbraio 1986 all’Olimpico contro l’Avellino: la Roma vinse 5-1 e tutti i gol giallorossi portarono la firma di Roberto Pruzzo: due su rigore e tre su azione. Non è un record assoluto (prima di lui Silvio Piola e Omar Sivori arrivarono a segnare anche sei reti ciascuno) ma un traguardo che nessun altro, dopo il bomber giallorosso, è riusciro a raggiungere. Pruzzo ricorda così all’Ansa quella storica giornata: “Quella cinquina fu una sorpresa anche per me. All’inizio la partita sembrava avere altri presupposti prendendo una piega diversa. Segnare cinque gol a quell’Avellino non era cosa facile. È stata bravura da parte mia ma anche fortuna». La Roma di allora era partita in campionato piuttosto male, ma poi recuperò sulla Juventus recuperando ben otto punti. Tutto si decise alla penultima giornata quando la Roma crollò a sorpresa in casa contro il Lecce già retrocesso mentre la Juve piegò il Milan. «Giocammo male il girone di andata – racconta Pruzzo – non avevamo l’assetto giusto. Poi però le cose migliorarono e a un certo punto ci sentivamo quasi ispirati, il pallone quasi sempre finiva dentro…».
In altri campionati segnare una cinquina non è un evento così raro.
In Inghilterra è capitato nel ’95 a Andy Cole al Manchester United (9-0 all’Ipswich), nel 99′ a Shearer al Newcastle (8-0 allo Sheffield Wednesday), nel 2009 a Defoe al Tottenham (9-1 al Wigan), l’anno scorso a Berbatov sempre allo United (7-1 al Blackburn). Ma c’è stato anche chi ha segnato 17 gol (nel 2007 ma nella serie C greca. pruzzo la vede così: «Oggi si segna di più anche in Italia, è più facile andare in gol, solo che i gol si distribuiscono meglio. I grandi attaccante ci sono anche oggi, penso a Cristiano Ronaldo, Messi, Etòo, Ibrahimovic. Ma adesso i numero nove, gli attaccanti di area come ero io, vanno a scomparire, oggi gli attaccanti sono giocatori più universali. Anche noi abbiamo ottimi attaccanti. Come Pazzini, Gilardino, Borriello». C’è tra di loro un nuovo Pruzzo? «È sempre difficile fare paragoni, non saprei fare un nome».