Un quarto d’ora chiusi nella sala video. A vedere e rivedere cosa non è andato contro il Napoli. Almeno dal punto di vista tattico, qualcosa da dirsi Ranieri e la squadra l’avevano.
Per il resto no. Non ieri. Nessun confronto. Meglio pensare al campo, con una sola ricetta possibile per uscire dalla crisi: allenarsi e lavorare. L’allenatore ha varcato i cancelli del Bernardini per primo. Dopo di lui i dirigenti e i giocatori. Tutti accolti dalla scritta “Indegni” su un muro, prontamente rimossa dagli inservienti. Nessuna traccia di Rosella Sensi; il presidente forse sarà a Trigoria oggi, ma è escluso che possa parlare con i giocatori. In questi momenti la parola d’ordine è normalità. Almeno fino a mercoledì. Per quanto possibile, la Roma cercherà di preparare la partita di Champions come se fosse una gara qualunque. Importante sì, ma non decisiva. Come invece è. Perché la certezza è che se mercoledì dovesse esserci un risultato negativo, difficilmente la stagione potrebbe essere salvata. Meglio non pensarci e, come detto, lavorare e basta. I giocatori, in questo senso, sono stati chiari. Alcuni di loro, uscendo dal centro sportivo, hanno parlato con i tifosi. Riise: «C’è gente che non corre? Nello spogliatoio ne parliamo, posso assicurarvi che tutti diamo il massimo. Ci risolleveremo ». Burdisso: «Non siamo sorpresi dalla contestazione, quando le cose non vanno è normale. Ne possiamo uscire solo lavorando, solo lavorando». Julio Sergio: «Non è il momento di parlare, ma solo di lavorare». Anche il team manager Salvatore Scaglia ha detto la sua: «Siamo noi i primi ad essere dispiaciuti. Sono un tifoso come voi e lavoro qui tutta la settimana, sono arrabbiato anche io». Tra gli ultimi a lasciare il Bernardini Aleandro Rosi. Il terzino, che a Genova non ci sarà per squalifica, ha parlato con i dirigenti. A mente fredda si è reso conto della doppia sciocchezza commessa: non solo lo sputo a Lavezzi, ma anche le dichiarazioni nel post partita che, di fatto, hanno peggiorato la sua situazione. Se dovesse arrivare la squalifica con la prova tv non si sa, mentre pare inevitabile una multa. Normalità (necessaria) da preservare, i rapporti tra la squadra e Ranieri sono di nuovo tesi. I dirigenti hanno consigliato all’allenatore di parlare di più con i giocatori e lui in parte l’ha fatto. Solo che poi le scelte importanti non vengono spiegate. Questo è quello che la squadra gli imputa, oltre al fatto di non avere un’identità tattica ben precisa. Formazioni sempre diverse, moduli che cambiano e ricambiano, rapporti logori coi giocatori. Non è sfuggita, tanto per fare l’ultimo esempio, l’assenza del tecnico alla partita della Primavera con la Reggina in cui era impiegato Pizarro. A tutto questo poi va aggiunto il nervosismo in ogni sua dichiarazione pubblica, dalle conferenze stampa precedenti le partite a quelle successive alle gare, con un rinnovo di contratto che tarda ad arrivare e la sensazione di una squadra che abbia smesso di seguirlo. Lui, almeno ufficialmente, dice di no. E la speranza è che abbia ragione.