IL TEMPO – Ha vinto il progetto migliore, l’unica offerta ritenuta idonea tra le cinque pervenute all’advisor Rothschild dopo mesi di studi e trattative sotterranee. Ieri doveva essere una giornata di transizione e invece il processo ha subìto un’accelerazione inattesa. Alle 21.09 il comunicato congiunto Unicredit-Italpetroli ha scacciato ogni dubbio. Compare per la prima volta il nome di Thomas DiBenedetto (che da Boston ha dato la sua autorizzazione a diffonderlo ufficialmente: sarà lui il nuovo presidente del club) e si annuncia la richiesta «di fornire alcune ulteriori informazioni e integrazioni alla propria offerta formulata dalla società statunitense DiBenedetto AS Roma LLC per l’acquisto di As Roma». La proposta targata Usa è definita «la più competitiva». «Sono molto eccitato – ha detto dagli States Julian Movsesian, uno dei componenti della cordata – possiamo diventare proprietari del club nel giro di due settimane. Sarà un orgoglio, adesso andiamo a lavorare sui dettagli». La decisione storica per la Roma e il calcio italiano è stata formalizzata in un vertice pomeridiano di due ore negli uffici di Unicredit al sesto piano di Galleria Sciarra, in via Minghetti, a due passi da Fontana di Trevi. Presenti i tre componenti di Roma 2000 (l’attuale controllante del club), Attilio Zimatore, Rosella Sensi e Antonio Muto, i legali Roberto Cappelli, Gianroberto De Giovanni e Massimo Tesei, collegati in videoconferenza da Milano i dirigenti di Unicredit Paolo Fiorentino e Piergiorgio Peluso. Esaminate e comparate le cinque proposte ricevute lunedì scorso, si è deciso di scartarne subito quattro e puntare nell’unica direzione possibile. Troppi i dubbi sulla misteriosa proposta formulata dalla lussemburghese Claraz Sa, mentre le offerte del gruppo francese sponsorizzato dall’ex giallorosso Vincent Candela e del fondo di capitali misti Usa-Medioriente erano perdenti in partenza. L’unica alternativa rimasta in piedi era l’imprenditore romano Giampaolo Angelucci, ma sia la consistenza della sua offerta, sia gli umori della piazza certificati mercoledì sera allo stadio, hanno convinto Unicredit a puntare dritto verso gli americani. Manca poco e la Roma a stelle e strisce sarà realtà. Ai legali dello studio Tonucci, che assistono il gruppo statunitense, sono stati chiesti degli approfondimenti sui componenti della cordata e su alcuni aspetti tecnici prima di avviare la fase di esclusiva. «Si prevede – è scritto nel comunicato di Italpetroli – che tali attività si possano svolgere in pochi giorni in modo da decidere a breve con quali modalità definire un periodo di esclusiva finalizzato alla negoziazione delle condizioni definitive dell’operazione». Per le risposte bisognerà attendere pochi giorni lavorativi, quindi la prossima settimana partirà la trattativa finale e, salvo intoppi, nel giro di 7-10 giorni verranno firmati i contratti. Poi ci vorrà un altro mese per lanciare e completare l’Opa sulle azioni quotate in Borsa. Gli americani acquisteranno da Roma 2000 il 67% del club giallorosso. Secondo gli accordi presi a New York e contenuti in un memorandum d’intesa, le quote della nuova società controllante saranno spartite con Unicredit: agli americani andrà il 60%, mentre il restante 40% sarà della banca a cui sarà concessa un’opzione di «way out», per cedere il 20% a un partner italiano, da scegliere tra il costruttore Luca Parnasi e l’imprenditore farmaceutico Francesco Angelini. Insomma la Roma avrà un’anima italiana. Massimo riserbo sulle cifre dell’operazione: si parla di 120-130 milioni per l’acquisto del 67% del club, ai quali va aggiunta la spesa per l’Opa e per la ricapitalizzazione del club che sarà coperta per la sua parte dalla banca. Mentre nel centro di Roma si scriveva il destino del club, da Bruxelles l’ad di Unicredit Federico Ghizzoni ha «benedetto» l’operazione, confermando che la banca è pronta a restare con una quota nel club «per un certo periodo». Lo champagne è già pronto in frigo.