CALCIO MANCINI – Roberto Mancini ancora una volta scende in campo a difesa di Mario Balotelli:
“Tra i sedici e i venti ho fatto più cazzate di lui – racconta Mancini – Solo che allora c’era un’attenzione minore, e eravamo diversi noi. Diversi perché sapevamo riconoscere l’autorità del presidente, dell’allenatore, dei vecchi del gruppo, del club. Ho avuto compagni che mostravano gli stessi atteggiamenti di Mario, uno su tutti Marco Macina, un talento purissimo che stregò anche Liedholm. Avevano, anzi avevamo però il pudore di nasconderci alla gente, o forse eravamo semplicemente più furbi. Agivamo nell’ombra. Il ventenne di oggi se ne frega di tutto e tutti, è puro istinto, timido e arrogante allo stesso tempo, lo sdoganamento di certi comportamenti ha toccato innanzitutto gli adulti, per cui si sente libero di fare e anche di sbagliare. Non teme le punizioni, le subisce con un’indifferenza che spiazza e allora come fai a intervenire? Mario mi fa incazzare e ridere, sono di più le volte che mi fa ridere”.