IL ROMANISTA – Alcuni accenni sui profili di coloro i quali si trovano al centro delle trattative con Unicredit per l’acquisto della Roma.
IL CONSORZIO USA
Italoamericano, DiBenedetto è dal ´78 partner dei Red Sox Thomas Richard DiBenedetto, 61 anni, sposato, cinque figli, è un italoamericano di Boston, anche se spesso per lavoro è a Miami. È lui il primo referente di Unicredit per la cessione dell´As Roma negli Stati Uniti. È presidente del Boston International Group e del Junction Investors, nonché chairman del board di Jefferson Watermann. Nel suo curriculum figurano esperienze con i fondi di investimento, nel marketing, nei media e nello sviluppo di progetti edilizi di alto valore. Grande sportivo, dal 1978 è partner della franchigia di baseball dei Boston Red Sox. Nella cordata figurano anche Julian Movsesian, presidente della Capital Management Strategies nonché presidente e Ceo della Succession Capital Alliance, una compagnia attiva sul mercato delle assicurazioni e Richard D´Amore, general partner della North Bridge Venture Partners, una venture capital di profilo internazionale. Un altro soggetto finanziario è il Falcone Group, che opera negli Stati Uniti nel campo immobiliare e ha sede in Florida. Fondato dai tre fratelli Arthur, Edward e Robert Falcone, il gruppo è suddiviso in quattro divisioni impegnate nella ricerca, nell´acquisizione e nella vendita di progetti immobiliari. Il quinto investitore del consorzio Usa è Michael A. Ruane, un associato alla TA Associates Realty, società con base a Boston che agisce nel settore immobiliare e che gestisce asset per un valore complessivo di circa 8 miliardi di dollari.
GIAMPAOLO ANGELUCCI
È il re delle cliniche private Ma edita pure due giornali Non c´è niente da fare. Giampaolo Angelucci non è riuscito a entrare nel cuore della gente. I tifosi della Roma non lo vogliono, e lo hanno detto chiaramente, alla presidenza della società giallorossa. Ma chi è l´uomo che da ormai un anno a questa parte punta a rilevare la preziosa eredità di Rosella Sensi? Romano, romanista, 40 anni a maggio, Angelucci ha conseguito un diploma in scienze umanistiche all´Augustinian Academy di New York. Il suo impero si fonda sulla Finanziaria Tosinvest spa, la holding fondata dal padre, il senatore Antonio Angelucci. È lui, il senatore, che alla fine degli anni 70 ha dato vita a un vero e proprio network di cliniche e strutture per la riabilitazione in tutta Italia, particolarmente concentrate tra il Lazio e la Puglia. Negli ultimi venti anni la Tosinvest è arrivata ad avere una capacità ricettiva di quasi 4mila posti letto, oltre mille medici specialistici, circa tremila dipendenti e una trentina di strutture sanitarie dislocate in tutta Italia. Ma Giampaolo Angelucci è anche un noto editore. Fanno capo alla Tosinvest i quotidiani Libero e Il Riformista. Il 12 gennaio, il padre Antonio è stato protagonista di un curioso episodio di cronaca. Intorno alle 15 in via dell´Aracoeli, a due passi da piazza Venezia, un cittadino afghano di 34 anni psichicamente instabile ha tentato di incendiargli la Ferrari. L´As Roma non c´entrava nulla. «Volevo bruciare l´auto di un ricco», ha spiegato l´uomo.
FUTURI PROTAGONISTI?
Ecco chi potrebbe ereditare la quota As Roma di Unicredit Tra il 2009 e il 2010, Francesco Angelini annunciava in pompa magna l´intenzione di comprare l´As Roma. Negli ultimi mesi, invece, è sembrato defilarsi. Adesso il suo nome potrebbe tornare attuale. Angelini potrebbe essere uno degli investitori indicati da Unicredit per ereditare una parte della loro partecipazione, una volta venduta l´As Roma agli americani. Laureato in Farmacia, l´hobby del bridge, l´amore per l´As Roma, Francesco Angelini, 66 anni, è dal 1993 il numero uno dell´omonimo gruppo farmaceutico. Tra i prodotti più conosciuti dal grande pubblico figurano Tachipirina, Moment, Tantum Verde e Amuchina. Nel 2009 il suo impero economico aveva fatturato un miliardo e duecento milioni di euro. Ai suoi ordini lavorano 3.500 dipendenti. Angelini potrebbe non essere il solo imprenditore a correre per ereditare (non a breve) la quota di Unicredit. Oltre a Mister Tachipirina, è stato rifatto (era già stato fatto la scorsa estate) il nome del Fondo Clessidra Capital Partners. Società di gestione del risparmio con sede a Milano, partner del presidente del Genoa Enrico Preziosi, il fondo guidato da Claudio Sposito ha sempre dichiarato di essere interessato a una partecipazione di minoranza in una cordata. Possibilmente, si diceva all´epoca, con Angelini capofila. Il terzo soggetto accostato all´As Roma nell´ipotesi di una successione nella quota di Unicredit è la famiglia Parnasi.
AABAR
Col 4,991% di Piazza Cordusio è il suo secondo azionista La presenza di Aabar è un altro mistero glorioso di questo altrettanto misterioso procedimento di vendita dell´As Roma. Il suo nome un giorno compariva e un altro spariva, un momento pareva il concorrente più forte un altro momento si defilava. Non si è mai capito se, ed eventualmente in quale modo, il fondo sovrano di Abu Dhabi ha avuto un ruolo nel procedimento. Secondo qualcuno, si sarebbe trattato solo di uno specchietto per le allodole. Nel senso che sarebbe servito unicamente ad alzare l´asticella delle altre offerte. Secondo qualcun altro, invece, il fondo arabo sarebbe ancora in corsa. Chi lo sostiene, ricorda che la sua presenza non è mai stata esclusa. Vero. Ma non è neanche mai stata confermata. Questo silenzio, però, ha contribuito ad alimentare ancora più dubbi. E sogni. Perché, inutile nasconderlo, quando è stato fatto per la prima volta il nome di Aabar, i romanisti hanno sperato che fosse tutto vero. Aabar è infatti un colosso finanziario. La società di Abu Dhabi possiede il 9% di Daimler, di cui è primo socio. Ma con il 4,991% Aabar è anche il secondo maggiore azionista di Unicredit. Mesi fa, si era parlato addirittura di incontri segreti tenutisi a Londra tra rappresentanti del fondo arabo e una delegazione di Rothschild, l´advisordi Unicredit. Un mistero. L´ennesimo.