Ciclismo. Famiglia Pantani: “Marco era buono ed onesto. Basta falsità”

Le parole dei genitori del ciclista morto in 14 Febbraio del 2004, che scrivono una lettera…

(Getty Images)
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NOTIZIE CICLISMO Ecco la lettera scritta dai genitori di Marco Pantani (Tonina e Paolo, ndr), i quali annunciano di aver dato mandato agli avvocati Fausto Malucchi ed Elena Baldi ‘di perseguire, in tutto il mondo, ogni persona, sia essa politico, scrittore o semplice cittadino che in qualsiasi forma di comunicazione: stampa, televisione, facebook o normale conversazione, affermi o insinui che Marco abbia fatto ricorso, nella sua breve vita, a pratiche illecite’:

“Marco Pantani non è stato soltanto un grande campione che ha portato lustro e prestigio allo sport italiano ed all’Italia, è stato soprattutto una brava ed onesta persona. Le leggi stabiliscono se una persona ha barato e le leggi hanno sancito per sempre, che nostro figlio è una persona pulita. Marco è famoso in tutto il mondo per le sue imprese sportive, per la sua classe, per il suo coraggio. Marco è diventato un mito. È stato sottoposto a centinaia, forse migliaia di controlli antidoping, a tutte le ore del giorno e della notte, in qualsiasi parte del mondo, nel pieno rispetto delle regole sportive e civili. Non è mai risultato positivo, non è mai stato squalificato, non è mai stato declassato. Eppure nonostante questa elementare e notoria verità il suo nome viene periodicamente, quasi scientificamente accostato al doping. Anche in questi giorni – proseguono Tonina e Paolo Pantani – si è parlato con superficialità di togliergli il Tour salvo poi correggere il tiro e riconoscere che l’iniziativa sarebbe stata illegittima ed insensata. Si è parlato di una fantomatica lista in cui il suo nome, qualora vi fosse stato, vi sarebbe stato illegalmente e senza ragione inserito. Per non citare infine quei personaggi che urlando contro di lui si ritagliano un minuto di squallida notorietà. Non è una valvola di sfogo del nostro privato dolore, non è la ricerca di un omertoso silenzio reclamato per un senso di pietà conseguente alla sua tragica fine; il nostro è il naturale diritto e l’essenziale dovere che come genitori ancor oggi ci compete per tutelare, nei limiti delle nostre possibilità, il suo nome, il suo onore ed il rispetto della legge. Qualcuno in queste ore ha parlato di violazione delle regole sbandierando ipotetici risultati ottenuti, quelli si, proprio in violazione delle regole e quindi assolutamente illeciti ed inattendibili. Siamo così pervenuti a declamare come verità quelle che sono soltanto illazioni ed insinuazioni e come tali non ulteriormente tollerabili”.

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