Il Direttore Generale dell’As Roma, Franco Baldini, ha incontrato i giornalisti a Trigoria…
Franco Baldini si è presentato quest’oggi a Trigoria per una conferenza stampa sulla situazione dei giallorossi. Ecco le sue parole:
Prima delle domande dei giornalisti, Baldini apre con una premessa:
“Ormai è un rituale che ogni 2-3 mesi devo venire qui a spiegare cose di cui non c’è bisogno. Sono stato scelto dalla proprietà per rendere il più presto possibile competitiva questa squadra e in maniera stabile, ispirandosi a coerenza e trasparenza e ad una gestione sana che non crei i presupposti di fallimento finanziario. Tutto questo viene continuamente messo in dubbio da voci che riguardano partenze mie e di altri. Questo è mortificante. Ho detto quando sono arrivato che sarei rimasto a Roma fino al completamento di questo percorso o quando mi avrebbero detto di andare via. E questo non è mai successo, anzi mi è stata sempre confermata la fiducia. Oppure lascerei in caso di sfinimento fisico ma questo nonostante gli sforzi che fate è lontano dal succedere. Ogni giorno verifichiamo che questa società è solida. Non molla nessuno, tutti abbiamo riconoscenza per questa società. Lo dico un’altra volta, anche questo è mortificante, che non ho nessun dissapore e che nel tempo si è creata un’amicizia piuttosto forte anche esagerata. Sarà che passiamo 15-16 ore al giorno insieme. Quindi voglio ribadire che né Fenucci, né Sabatini, né Baldissioni, né il sottoscritto hanno mai avuto problemi nel confrontarsi ogni giorno, la diversità di opinioni è una risorsa. Ogni volta mi costringo a dire che non andrò via, da solo forse non avrei tanta forza, ma rendendo pubbliche certe parole mi costringo ad impegnarmi ancora. Una persona ha come unico patrimonio la propria faccia, che ogni anno soprattutto qui si deteriora, e la propria parola. Siamo abituati al fatto che quotidianamente le radio ci diffamino e veicolino informazioni completamente false. Ci saremmo aspettati che testate serie verificassero meglio alcune notizie. Tutto quello che è stato detto è completamente falso. Finché avrò un po’ di forza per farlo difenderò i colori di questa società”.
A questa squadra manca completamente la personalità, i giocatori non sentono il giusto senso di appartenenza. Di chi è la responsabilità?
“Ce l’ha a momenti, altri no. Non gli manca in assoluto. Con l’Inter tutti a dire che la squadra è forte, il gruppo pure, Zeman un grande. Tre settimane dopo tutto il contrario. Con la Juve sicuramente è mancato. Ieri abbiamo avuto una riunione, tutto quello che è stato detto oggi è completamente falso. Abbiamo parlato noi dirigenti, il tecnico, la squadra, ho detto: ‘cerchiamo ognuno di noi di fare il nostro nel modo più serio e professionale in modo da cercare di eliminare i corollari che non sono propri della professione Non siamo in un circolo ricreativo, tutti devono percepire che c’è gente scrupolosa e seria nel proprio lavoro’. Questa è stata la riunione di ieri ma per voi è diventata una caccia alla talpa”.
Sono i giocatori che non danno retta all’allenatore o l’allenatore che si spiega male?
“La squadra a inizio campionato era convinta di fare quel che l’allenatore chiedeva, magari riuscendoci più o meno. Evidentemente i risultati hanno minato questa convinzione, questo si è visto con la Juventus. Bisogna credere in qualcosa”.
Spalletti ha detto: ‘Credevo che il problema fossi io a Roma, invece non è così’. Avete capito dove sono le difficoltà? Sabatini ha detto che bisogna riconsiderare il valore di alcuni giocatori…
“Spalletti è stato una risorsa per la Roma, non il contrario. Lui ha costruito molto, anche come mentalità, come rigore. Su Sabatini, certe cose a volte si dicono anche per provocare delle reazioni nei giocatori“.
Voi avete sposato due progetti controcorrente. Il primo sappiamo come è andato a finire. Ora la decisione di Zeman ha considerato che in una piazza così pressante è un problema far venire tanti giovani? Cosa dite ai tifosi?
“Siamo sicuri di aver allestito una squadra completa e lo dimostrerà presto. Gli incidenti di percorso nella crescita fanno male, fanno male più a noi che a voi, da quello che scrivete sembra che siete più felici di trovare del torbido che gioire di una vittoria. Vorrei considerare anche le iniziative della società, per rendersi fruibile nei suoi contenuti al maggior numero di gente possibile, che vuole chiamare quasi i tifosi a farne parte. Sul progetto fallito, io credo che con Luis Enrique e Zeman è lo stesso progetto. Investire sui giovani, approfittando delle ristrutturazioni che le altre squadre avrebbero fatto e che stanno facendo. E’ lo stesso progetto, di un calcio propositivo, che possa piacere e chiamare la gente vicina alla squadra“.
La squadra ha perso la forza dei giovani, con la Juve penso a Taddei Perrotta Totti Stekelenburg e Burdisso. E’ una squadra vecchia…
“Non sono d’accordo, la squadra giovane deve essere aiutata da giocatori di esperienza, l’età media è di 24 anni, se questa è una squadra vecchia…”.
Quali sono gli obiettivi stagionali della Roma? De Rossi ha detto che non bisogna lottare per lo scudetto…
“Competere per un posto in Champions League, riteniamo possibile considerando anche la forza delle altre”.
Cosa voleva dire nell’intervista a ‘La Stampa’ quando ha detto che alla Roma non manca disperatamente la vittoria?
“La differenza tra noi e la Juventus, che collettivamente è migliore di noi, ma è soprattutto la testa. Alla Juve la vittoria manca disperatamente come a un tossico la sua dose, alla Roma che si ‘fa’ una volta ogni 20 anni manca meno”.
C’è qualcuno che vuole destabilizzare l’ambiente?
“E’ ovvio che questa nuova proprietà non è mai stata benvoluta. Avremmo dovuto scendere a patti con tanti. Per come sono diventato è una cosa che non riesco più a fare. Mi sono confrontato con gli americani e mi hanno detto di andare avanti così. C’è una volontà di destabilizzare, e io non riesco ad accettarlo. Se fossi sceso a patti avrei reso l’ambiente migliore forse”.
Stasera tornerà Pallotta, la sua assenza a livello fisico si fa sentire?
“La proprietà ha dato a noi la chiave di casa. Se i calciatori non sentono che c’è il padrone è colpa nostra che non l’abbiamo trasmessa. Ma noi con la proprietà ci confrontiamo ogni giorno”.
Quanto è soddisfatto dei risultati finora?
“Il mio umore cambia in base ai risultati, ma dal punto di vista delle iniziative sono soddisfatto, dal punto di vista del risultato tecnico sono poco soddisfatto ma ho l’impressione che presto lo sarò molto”.
E’ colpa dei giornalisti se la Roma è arrivata settima l’anno scorso e è partita così? Ha parlato di responsabilità vaghe, può andare nello specifico? Ad aprile dopo Lecce-Roma ha detto che la squadra era sopravvalutato, cinque mesi dopo il direttore sportivo ha detto la stessa cosa con l’aggravante di un mercato di mezzo…
“Il discorso di aprile era consuntivo, una specie di bilancio. Parlavo di qualcuno sopravvalutato come carattere. La valutazione di Sabatini era per suscitare qualche reazione. La convinzione nostra è che la rosa sia assolutamente competitiva. Le responsabilità nostre sono sottolineate ogni giorno, tante possono essere dette senza destabilizzare. Tante altre ce le risolviamo noi. I giocatori che voi avete bocciato sono responsabilità che possono venire scritte, ma per me questi giocatori non sono da bocciare ancora”.
Non ritiene un errore aver confermato la cerimonia della Hall of Fame in questo momento?
“La cerimonia è preparata da tanto tempo, ha richiesto tanti sforzi, come i giocatori chiamati dal Brasile. E’ un evento slegato dai risultati della squadra, è un evento per i tifosi perché possano festeggiare la loro storia, mi aspetto dalla gente una festa per i loro beniamini. Niente vieta alla gente di festeggiare i loro giocatori e un attimo dopo fischiare la squadra per il risultato di Torino. Sarà un bel momento rivedere quelli che hanno contribuito a costruire la storia della Roma”.
Come si esce da questo momento tecnico?
“Cerchiamo di restaurare la convinzione, di convincere i giocatori che hanno la qualità. Ogni singolo giocatore è stato scelto insieme al tecnico. Le caratteristiche di ognuno sono state pensate come funzionali al tipo di gioco di Zeman. E’ chiaro che alcune partite hanno minato questa convinzione, e va restaurata il primo possibile”.
Interverrete a gennaio sul mercato?
“Non ci stiamo pensando già ora, a gennaio dopo 4 mesi di campionato capiremo meglio come e se intervenire”.
Ha accettato la proposta della Roma ma viene dall’Inghilterra, si sente fuori luogo in questo calcio italiano?
“No, non mi sento un pesce fuor d’acqua. Penso che questo calcio e questa città ha la possibilità di fare insieme un cammino verso il meglio. E anche se fosse stato così, non sarebbe stato un motivo sufficiente per lasciare”.
L’anno scorso la società ha difeso l’allenatore fino all’ultimo. Quest’anno qual’è la posizione verso quello che potrebbe essere un secondo fallimento?
“Non lo prendiamo in considerazione, credere in qualcosa significa fare già metà percorso. Crederci anche se ci sono rovesci, e questo att eggiamento lo portiamo avanti verso l’allenatore e verso tutto il resto”.
Su sua indicazione sono stati scelti L. Enrique, Tancredi e Lo Monaco. Ora non ci sono più. Si sente depotenziato?
“No, non mi ci sono sentito nemmeno per un attimo. Altrimenti avrei avuto altri tipi di colloqui con gli americani. L. Enrique? Avrei continuato con lui, ma lui ha rinunciato. Tancredi, è stata una scelta tecnica dell’allenatore. Mi ha fatto male ma non posso entrare in merito di scelte tecniche Su Lo Monaco c’è una parte della società che non è devoluta a me, a me concerne il campo e io a quello sono abilitato”.