Milan, Brocchi: “Il modulo sarà il 4-3-1-2. Voglio portare la cultura del lavoro”

Cristian Brocchi, prossimo allenatore del Milan
Cristian Brocchi, prossimo allenatore del Milan (getty images)

NOTIZIE MILAN – Si è presentato oggi in conferenza stampa Cristian Brocchi, nuovo allenatore del Milan almeno fino al termine della stagione. Queste le sue parole riportate da tuttomercatoweb.com: “Voglio portare la cultura del lavoro, ho avuto modo di vederli all’opera e ho sempre visto un gruppo di ragazzi che si impegna in settimana, va dato merito a Sinisa e al suo staff. C’è la voglia e la volontà di portare avanti la mia metodologia, il mio modo di allenare“.

Sulla giornata di ieri: “E’ stato un giorno particolare, un cambio nell’immediato ti segna, il fatto di cambiare le persone che sono a contatto con te da diversi mesi e cambiarli da un giorno all’altro ti porta ad essere più o meno triste. Però ieri è stato un impatto buono, però essendo una persona nota a Milanello ha inciso meno sul gruppo. Sto cercando di dare ai ragazzi i miei pensieri, cerco di dare una spiegazione alle mie esercitazioni“.

Sul 4-3-1-2: “Mi piace giocare con un centrocampo a tre e una difesa a 4, nella parte offensiva ho sempre avuto la volontà di modificare. Proporre anche il trequartista, bisogna capire gli interpreti che possono fare questo ruolo, abbiamo diverse alternative, sarà questa la strada che cercherò di percorrere“.

Se teme di essere bruciato: “Non è una questione di bruciarsi, ma di potersi giocare un’opportunità che nella vita non sempre si creano. Esiste un rischio, poi dopo deve avere l’umiltà di capire che se le cose dovessero andare bene siamo tutti bravi, se vanno male devi avere l’umiltà di ripartire. Non ho un pensiero negativo, anzi, mi gioco questa grande opportunità che mi è stata data. Non ho paura e ho massima tranquillità. Il mio 110% sarà dato come tutto il mio staff“.

Sulle sette partite per la conferma: “Ho sempre messo l’aspetto economico e contrattuale in secondo piano. Non è un contratto che ti fa stare sereno, ma è il lavoro che fai. Se avessi avuto un contratto di un anno in più e avessi fatto male in queste partite, comunque sarei stato sostituito. Invece voglio giocarmi bene questa opportunità“.

Sul poco tempo a disposizione: “C’è da conquistare un posto in Europa, di fondamentale importanza. Ci sono delle partite importanti da giocare e attraverso queste gare si cercherà di seminare per arrivare alla gara con la Juve e avere un rapporto forte di squadra. Non si può entrare a piedi uniti in una squadra nel giro di due giorni, bisogna farlo gradualmente“.

Sul bel gioco e i risultati: “C’è bisogno di avere equilibrio nel sapere fare entrambe le cose. E’ normale che se inizi la stagione hai tempo per fare il ritiro e modellare la squadra, in questo momento si deve cominciare a fare entrare nella testa dei giocatori le richieste anche se abbiamo tempi brevi. Ogni giorno dobbiamo fare un passo avanti“.

Aspetto mentale: “E’ di fondamentale importanza, la mia squadra non deve lasciare il comando del gioco agli avversari, ho cercato di far capire quello che voglio a tutti i ragazzi. Lavoreremo tutti i giorni per far capire di dover aggredire gli avversari, a tenere palla e comandare la partita. Non sarà semplice ma è un compito stimolante“.

Sulla rosa: “Il livello è buono e l’ho detto anche ai giocatori, i giocatori devono avere consapevolezza di essere più forti di quello che hanno fatto vedere fino ad ora. Ma non per colpa di Sinisa, ma per un discorso del singolo giocatore. Bisogna credere di più nei propri mezzi, ragionare da gruppo, mettendo il singolo a disposizione della squadra“.

Intesa con il presidente: “Non sono mai stato io in prima persona ad andare da lui a pubblicizzarmi, ma è il presidente che abbia sempre seguito il Milan in tutte le sue dinamiche. Il fatto che si sia parlato delle mie squadre sotto la qualità del gioco l’hanno incuriosito, persone fidate a lui gli hanno portato relazioni importanti“.

Sui problemi al Milan: “Dobbiamo dare sicurezze a quei giocatori che durante la partita possono andare in difficoltà, dobbiamo conoscere bene il giocatore. I giocatori poi devono sapere che tipo di movimenti deve fare la squadra per essere più sicuri“.

Sulla scelta: “Avevo grande serenità, l’ho vissuta più volte. Ho sempre mantenuto un equilibrio, ho pensato alla mia crescita e ho migliorato le mie conoscenze. Però ero emozionato quando mi hanno scelto. Per me è il 20simo anno di Milan, come potrei non emozionami, per me è la cosa più bella del mondo. Sono qui con la speranza di esserci anche la prossima stagione“.

Sulla diffidenza: “Lo so e lo posso capire. Ma allo stesso tempo cosa faccio mi devo fermare perchè qualcuno ha questo pensiero? Assolutamente no. Ognuno è libero di dire ciò che pensa, non ho mai cercato aiuti e sponsorizzazioni e per me questo è un motivo d’orgoglio, lavoro e vado avanti con passione. Non penso di essere il più bravo e nemmeno il più scarso“.

Sul Milan giovane e italiano: “Sono poche partite e i giocatori della primavera del Milan ne abbiamo già in rosa, Donnarumma, Calabria e Locatelli, quest’ultimo pronto a giocare dopo un periodo di integrazione in prima squadra. I ragazzi devono crescere, se poi ci dovesse essere l’opportunità ci saranno altri giovani pronti in Primavera“.

Sull’allenatore a cui si ispira: “Ho avuto molti allenatori bravi, i due allenatori che mi hanno lasciato più il segno sono Prandelli e Ancelotti, i loro consigli mi aiuteranno“.

Poco tempo a disposizione: “Il rischio è alto rispetto a quando si parte a inizio stagione, ma questa è la situazione e questa è l’opportunità che ho avuto“.

Sul progetto: “Avere in prima squadra un allenatore che lavora insieme alle altre categorie sotto è un valore aggiunto. Perchè se i giocatori sono già allenati in un certo modo sarà più facile portarli dalla Primavera alla prima squadra“.

Sull’essere uomo del presidente: “Non mi offendo quando mi chiedete cose di questo genere. Non è questione di essere Yes Man ma è questione di rispetto. La condivisione e il confronto dovrebbe far parte della vita di ognuno di noi. Mi confronto quotidianamente con Galliani, con il mio staff, da tutti c’è da apprendere“.

Sull’esperienza: “Anche l’esperienza che ho avuto da calciatore mi può dare una mano. Non screditerò l’immagine dell’allenatore che c’era prima, mi sono sentito con Sinisa anche ieri, è stato un gran signore. La speranza è di creare un rapporto con i giocatori che erano legati a Sinisa, ma anche con gli altri della rosa“.

Su Balotelli: “Mi affascina e mi stimola rilanciarlo, così come mi affascina l’esperienza che ho. Balo è un giocatore importante, mi piace molto, se dovesse riuscire a giocare come contro la Juve, allora sarà fondamentale per la squadra. Ma anche altri possono essere importanti per il gruppo. Tanti si giocano tanto. Se un giocatore ha sette partite di tempo per giocarsi il futuro, e non ha lo spirito e la voglia di conquistarsi la conferma allora diventa complicato“.

Su cosa manca nello spogliatoio: “Cosa manca non te lo posso ancora dire perchè ci sono entrato ieri per la prima volta. Quello che cercherò di portare è la serenità che riusciva a trasmettere a tutti i noi giocatori e riuscire ad ottenere sempre il 100% dai giocatori. Aveva instaurato un rapporto di amicizia con noi. La speranza è riuscire a farmi voler bene dai miei giocatori come riusciva Ancelotti“.

Sui pochi giovani nei campionati maggiori: “E’ tanti anni che si parla di inserire i giovani italiani nelle varie squadre, però poi all’atto pratico ce ne sono veramente pochi. Penso che bisognerebbe cercare di valorizzare il campionato della Primavera e arrivare un giorno a fare le seconde squadre. Questo potrebbe portare tanti risultati per i club, la Nazionale e i singoli giocatori“.

Sul 4-3-1-2 come mai non ha funzionato: “Non posso andare indietro nel tempo. Posso però dire che a me piacerebbe giocare con questo sistema di gioco o allargare i tre davanti in un 4-3-3“.

Sul trequartista Bonaventura e seconda scelta Honda: “Abbiamo dei giocatori ideali per fare quel ruolo e questi sono due di quelli che possono farlo. Dipenderà da quanta interpretazione del ruolo riusciranno a dare alla squadra“.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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